Genazzano: alla scoperta del vero Brancaleone
Author: Rina Zamarra
Genazzano, a circa trenta chilometri da Roma, è un piccolo paesino arroccato intorno al Castello Colonna. Per secoli, infatti, Genazzano fu feudo dei Colonna (XII – XIX secolo). E ai Colonna il paese deve, oltre al suo bel Castello, sede oggi di mostre e incontri culturali, anche il papa Martino V, di cui esiste ancora la casa natia. Il castello merita una visita anche perché dall’uscita posteriore si dirama un ponte che porta direttamente nel Parco degli Elcini con castagni ultra secolari, ben 350 anni, e i resti dell’acquedotto Claudio. Gli alberi si sono abbarbiccati sulle pietre dei resti formando dei perfetti ombrelli di foglie, così che le colonne degli archi hanno finito per diventare quasi dei tronchi! Uscendo dal parco, si arriva nel regno più terreno dei Terremoto. Già, perché Genazzano è patria di tanti personaggi e non solo dei Colonna, tra questi vi è il fondatore di una storica osteria (1890), tal Fransesini Germano detto Terremoto per un certo carattere un tantino vivace, e, dato il soprannome, è forse il minimo che si possa dire!
Genazzano: la patria del cavalier Brancaleone
Ma Genazzano è soprattutto il paese di Brancaleone, e chi, nominato questo nome, non pensa ad un’armata di donchisciotteschi guerrieri un po’ fanfaroni. E, passeggiando per gli stretti vicoli di Genazzano, non puoi fare a meno di canticchiare il ritornello del famoso film di Mario Monicelli: quel Branca, branca, leon leon leon!
E stretto vicolo, dopo strettissimo vicolo (vicolo del Papa, del Fico, Vicolo Gobbo, Vicolo del Forno ecc), quasi drizzi le orecchie per sentire se i genazzanesi parlino alla maniera del Brancaleone. Diranno mai, come lui, che te ne cale (che ti importa), mai coverto (mai sentito)? Poi arrivi al numero 34 di Via Brancaleone, dove sorge la casa del famoso cavaliere, e scopri che il Brancaleone di Genazzano era un valorosissimo soldato, il cui vero nome è Giovanni Bracalone de Carlonibus, protagonista della famosa Disfida di Barletta (1503). Insomma i due pare non siano affatto la stessa cavalleresca persona! Forse l’unica comunanza è proprio quel Bracalone, prontamente modificato in Brancaleone nel caso del valoroso cavaliere di Genazzano, che sarebbe, invece, calzato a pennello a quella mezza tacca del cavaliere di Brancaleone da Norcia di Monicelli! E a Genazzano ricordano il loro Brancaleone con un Palio che si tiene a Maggio e ripropone le gesta della disfida di Barletta. Ora non neghiamo il valore del cavaliere di Genazzano, che tante altre battaglie avvalorano, ma la famosa disfida non fu una battaglia, come si potrebbe immaginare, ma un combattimento di tredici contro tredici. La disfida, infatti, fu provocata dalla presunzione dei francesi che, credendosi superiori in valore e coraggio, sfidarono gli italiani guidati da Ettore Fieramosca. I francesi, fuorviati, forse, dal Fieramosca che, con quel cognome, non doveva incutere timore alcuno e dal Bracaleone, probabilmente, non ancora Brancalone, si mostrarono così sicuri della vittoria da non pagare in anticipo il denaro utile a riscattarli. Così non solo perdettero, ma furono fatti pure prigionieri!
Genazzano: il misterioso volo del quadro della Madonna del Buon Consiglio
Dopo aver abbandonato il cavaliere Brancaleone di Genazzano alle sue gesta, potete fermarvi a visitare la bella chiesa di San Paolo con il campanile romanico, e soprattutto la Basilica Santuario della Signora del Buon Consiglio. Ed è la basilica a riportarvi nel Medioevo, perché nasconde un mistero: il quadro della Madonna del buon Consiglio è apparso in quel di Genazzano senza che nessuno ve lo abbia portato materialmente. E se pensate che qui ci sia di nuovo lo zampino di Brancaleone e della sua armata di ventura, non siete sulla pista giusta. Sembra, infatti, che il quadro si sia staccato dalla chiesa di Scutari in Albania per poi comparire da queste parti accompagnato da una schiera di angeli. E perché la Madonna del Buon Consiglio abbia scelto Genazzano non è dato sapere, fatto sta che l’Albania al momento del miracolo, nel 1467, era oggetto di un’invasione musulmana, e immaginiamo che gli oggetti del culto cattolico non dovessero essere oggetto di venerazione. Ma questo non è il solo mistero custodito dal Santuario della Madonna del Buon Consiglio di Genazzano: nella chiesa, infatti, nella navata destra, vi è un affresco della fine del 1400 che venne danneggiato dalla spada di un soldato al tempo di Paolo III. E tradizione vuole che l’affresco abbia sanguinato proprio nei tre punti corrispondenti a trei fendenti. Accanto vi è anche una teca che custodisce la spada che, al momento dell’assalto all’affresco, si è tutta ritorta su se stessa!
Dopo esservi immersi nella parte medieval-religiosa di Genazzano, potete chiarirvi le idee procedendo in maniera inversa, confondendovele cioè ancora di più con le fragranti ciambelline all’anice e all’anice e vino!
Prima di andar via da Genazzano non potete non dare un’occhiata al Ninfeo del Bramante, costruito nel 1500 con l’intento di essere un teatro all’aperto, come dimostrano alcuni vasi in argilla, posti sulla parte alta delle pareti con funzione acustica. Vi è anche un piccola piscinetta circolare che testimonierebbe l’uso della struttura come sito termale. Purtroppo il ninfeo non venne completato e conserva un certo aspetto di misteriosa e magica decadenza, un po’ come tutto il borgo di Genazzano.
E quasi quasi ti aspetti che dal ninfeo salti fuori il cavaliere Brancaleone da Genazzano, trasformatosi nel Brancelone dell’armata! Ma non vi preoccupate per la vostra sanità mentale perché come direbbe il Brancaleone da Norcia che ve ne cale (che vi importa) è solo l’effetto delle ciambelle di anice e vino che son proprio come le ciliegie: ne mangi una e ne vuoi subito un’altra!
Tags: Brancaleone, Castello Colonna, Genazzano, Ninfeo Bramante
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