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Connemara: viaggio nel regno delle pecore dalla faccia scura!
domenica, giugno 15th, 2014
L’Irlanda dei prati verdi, delle pecore dalla simpatica faccia nera, dei muretti a secco, dei laghi, dei paesaggi selvaggi e dei piccoli villaggi costruiti intorno a una chiesa, a un pub e ad un negozio ha un nome solo: Connemara, nella Contea di Galway.
Il territorio è talmente affascinante che per rendergli pienamente giustizia hanno battezzato Connemara Chaos uno dei satelliti di Giove!
Si parte da Galway, cittadina universitaria piena di vita e musica, e piano piano si lascia la civiltà metropolitana per addentrarsi nel Connemara, dove gli abitanti sono bianchi come il latte e neri come la pece. Le vere colonizzatrici del territorio sono infatti le pecore dalla faccia nera. Da brave padrone di casa perlustrano ogni angolo e brucano anche il più sottile filo d’erba.
Viaggio in Connemara: alla scoperta di un essere vivente geniale
Percorrendo questi territori non si può fare a meno di essere assaliti da domande esistenziali del genere: dove sono finiti i pastori? In effetti, non c’è neanche l’ombra di un pastore e le prodi arrampicatrici sembrano incustodite e libere. Non è però esattamente così, perché nel Connemara i pastori ci sono, ma da bravi padroni, demandano ad altri il lavoro più duro.
Radunare le pecore e condurle nei recenti è un compito che richiede intelligenza e pugno di ferro, due qualità possedute da una razza di cani bianchi e neri, i bordier collie. Questi cani sono talmente intelligenti, che rispondono a ben sessanta comandi diversi emessi con un apposito fischietto e sono capaci di scovare anche le pecore più solitarie e ribelli. L’unico aiuto fornito dai proprietari sono le pennellate di colore disegnate sul dorso delle proprie pecore per distinguerle da quelle dei vicini.
Ben poca cosa rispetto a quanto sono in grado di fare questi cani. Purtroppo anche i bordier collie si ritrovano, a volte, a combattere inutilmente contro la cocciutaggine delle pecore dalla faccia nera, perché nessuno riesce ad evitare che attraversino tranquillamente le strade bloccando gli automobilisti.
Connemara: la torbiera d’Irlanda
Se siete costretti a cedere la strada ad un gruppetto di black face e, nell’attesa, scendete dall’auto, forse biasimerete le povere pecore anche per l’odore che si avverte. Prima di colpevolizzare le simpatiche black sheep, dovete sapere però che il pungente profumo nell’aria non è imputabile a loro.
Sono i caratteristici blocchetti neri allineati sui prati come tanti mattoncini a emanare un odore molto particolare. Si tratta della torba, che da queste parti utilizzano come combustibile naturale.
L’Irlanda è una sorta di gigantesca torbiera che fornisce ai suoi abitanti il combustibile più sicuro per riscaldare le case. Le bellissime casette tipiche del Connemara hanno il tetto ricoperto di paglia (come si vede nella foto in alto) e corrono il facile rischio di incendiarsi. La torba, invece, non produce scintille durante la combustione, permettendo così di evitare qualche brutto effetto collaterale, sempre che non si consideri tale il pungente aroma che emana.
Nel Connemara se ne servono anche per altri scopi: il fumo della combustione, per esempio, si usa per aromatizzare il whisky e per affumicare il salmone!
I mille usi della torba non finiscono qui, perché secondo la tradizione serve persino per scacciare i folletti più cattivi. Pare che la cenere sparsa sulla soglia di casa protegga i neonati impedendo alle fate di rapirli.
Tour fantastico del Connemara
Non si può pronunciare la parola folletto senza fare riferimento al loro rappresentante per eccellenza: il Leprechaun, l’unico ad avere un vero lavoro, mentre i suoi simili ballano e si divertono tutto il giorno.
Il Leprechaun fa il calzolaio e per sopportare il suo lavoro, che evidentemente non deve piacergli molto, beve in gran quantità un whisky illegale ottenuto dalle patate e tipico del Connemara, il potcheen.
Chi non crede ai folletti non potrà fare a meno di pensare a storie, fiabe e leggende per bambini. In realtà, il Leprechaun e il suo mondo assomigliano molto alla filosofia di vita che si nota da queste parti, dove divertirsi e fare musica bevendo una buona birra è quasi una religione. E poi il Leprechaun e il potcheen hanno a che vedere con un elemento che ha determinato, nel bene e nel male, la storia d’Irlanda: le patate!
Dei semplici tuberi, infatti, e non imperatori, papi e conquistatori hanno influenzato l’evoluzione di questo popolo. Basta leggere qualche testo di storia Irlandese per rendersi conto di come una carestia di patate abbia causato i grandi cambiamenti nazionali. E sempre loro sono la ragione del provvedimento della Corona Inglese che bandì il potcheen, a cui il tubero conferiva una terribile forza distruttiva per lo stomaco dei bevitori.
Oggi, esistono delle marche autorizzate che, però, utilizzano l’orzo in sostituzione alle patate. Pare che in qualche fattoria del Connemara, si eluda il divieto e si produca ancora il potcheen originale, ma solo a scopo medico come potente pozione contro l’influenza. Questa è la motivazione ufficiale con cui si giustifica la produzione del famoso whisky di patate, a meno che non si voglia credere alla leggenda che, per catturare il Leprechaun, non c’è niente di meglio di un bel bicchiere di potcheen.
Luoghi da vedere nel Connemara: l’Abbazia di Kylemore
E avrete quasi l’impressione di aver bevuto del potcheen quando, arrivati all’Abbazia di Kylemore, ne vedrete due e una persino capovolta. Ma non c’è da preoccuparsi, è solo un effetto ottico. La bellissima costruzione, risalente alla fine del 1800 (1864-1871), si specchia nelle acque del lago antistante.
La storia del castello, oggi abbazia, è davvero romantica: il ricco mercante Mitchel Henry lo fece costruire come pegno d’amore per la moglie Margaret, scomparsa prematuramente. Alla memoria della donna è dedicata una cappella in marmo multicolore raggiungibile percorrendo il parco che circonda l’abbazia. Mitchel fu davvero un benefattore per queste terre e, ancora oggi, il personale dell’abbazia include alcuni discendenti dei suoi lontani fattori.
Purtroppo, il castello ha vissuto nel tempo alterne vicende e fu acquistato persino da un ricco petroliere americano. L’uomo però doveva considerarlo ben poca cosa, perché ne perse la proprietà in una partita a carte. Oggi, la struttura è passata alle morigerate suore benedettine, che sembrano potergli assicurare un futuro senza colpi di testa.
Se lasciando l’abbazia avete perso la strada, fate attenzione ai cartelli. Non sono stati scritti sotto l’effetto del potcheen come potreste pensare. Gli strani caratteri che leggete appartengono al gaelico, lingua ufficiale dell’Eire dal 1922. In questi territori la insegnano anche a scuola, allontanandosi, però appena pochi chilometri e raggiungendo Galway ci si sorprende nello scoprire che non tutti gli irlandesi la parlano o la comprendono. In fondo, il Connemara è davvero una terra fuori dall’ordinario con una propria lingua, una propria cultura, proprie tradizioni e persino propri strani abitanti!