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Manneken Pis: un bimbo che fa pipì diventato il simbolo di Bruxelles
domenica, gennaio 8th, 2012
Il Manneken Pis è una piccola statuina in bronzo che si è guadagnata il titolo di simbolo della città di Bruxelles. In fondo ogni città ne ha uno: dalla torre pendente di Pisa al mostro di acciaio della Tour Eiffel di Parigi. E da una città che è il cuore dell’Europa, dove si prendono decisioni fondamentali per la sopravvivenza del vecchio continente non ci si aspetta certo una piccola e minimale statuetta. Niente sfarzo, niente ostentazione. Peccato che manneken pis significhi bimbo che fa pipì. E la statua fa pipì su qualsiasi curioso turista si avventuri all’incrocio tra Rue de l’Etuve e Rue du Chene dove il bambino fa i suoi bisogni in una vasca-fontana, coperto educatamente da un piccola inferriata. Il Manneken Pis è talmente amato da far sorgere tantissime leggende sul suo conto, come quella che racconta di un bambino in preda a un bisogno piuttosto urgente con il quale finì per omaggiare proprio il muro della casa di una strega. La vendetta della donna fu tremenda: condannò, infatti, il poverino a urinare in eterno. Per fortuna, questo primo Manneken Pis venne salvato dal vicino della crudele megera che lo sostituì con la famosa statua. La versione più accreditata, però, fa risalire la fama del Manneken Pis al 1830, quando la città venne messa a ferro e fuoco, e si salvò da distruzione certa solo grazie a un bimbetto dotato di una notevole incontinenza che, urinando, spense una delle micce. Gli abitanti della città colpiti dal gesto, eressero la famosa statuetta del Manneken Pis, immortalando nel bronzo il coraggioso gesto. La terza storia racconta della scomparsa del figlioletto di un ricco borghese, ritrovato solo dopo cinque giorni all’angolo di via dell’Etuve, mentre era intento anche lui a liberarsi. La gioia per il ritrovamento, indusse il padre a erigere la famosa statua di Manneken Pis. L’ultima leggenda che aleggia sul Manneken Pis odora di santità e coinvolge la patrona di Bruxelles e del Belgio, Santa Gudula. La storia di questa santa è leggendaria quasi quanto quella del Manneken Pis. Tutta la famiglia di Gudula era in odore di santità: divenne santa la madre, e le due sorelle, e persino due sue cugine, a loro volta figlie di due genitori pare entrambi santi. Gudula soleva sprofondarsi quotidianamente in preghiere che cominciavano addirittura all’alba. L’agiografia la dipinge, infatti, sempre con una lampada in mano mentre si accinge a pregare. Ora, Gudula fu fatta oggetto delle avançes di un ricco borghese, per liberarsi del quale lanciò un terribile anatema sul figlio: sarebbe stato condannato a diventare un eterno manneken pis. Probabilmente, data la santità di Gudula, dobbiamo bollare questa ultima versione come pura invenzione, e dare maggior credito alla leggenda che ci sembra risulti più efficace nello spiegare come mai un bimbo che fa pipì sia divenuto il simbolo di un’intera città.
Da secoli, il piccolo Manneken Pis riceve persino abiti e suppellettili. Una mise completa gli fu regalata addirittura da Luigi XV che aveva da farsi perdonare qualche torto inflitto alla nazione. La statua insomma ha finito con il partecipare alla vita cittadina, e già nel 1700 lo si abbigliava sontuosamente almeno quattro volte all’anno. Attualmente il guardaroba del piccolo Manneken Pis conta ben ottocento capi, regalatigli da ogni nazione del mondo. E se siete curiosi di scoprire come i suoi vari benefattori abbiano pensato di coprirlo mentre è dedito ai suoi bisogni, la collezione è visitabile presso il Museo de la Ville sito proprio ne La Grande Place. Nel museo è conservata anche una moderna interpretazione del Manneken Pis dell’artista brasiliano Afranio Fonseca de Paula, che ha utilizzato come base un Manneken Pis trovato casualmente nell’immondizia. Affezionatisi sempre più al loro simbolo cittadino, i belgi hanno pensato di non poter lasciare il povero bimbo completamente solo nell’atto di urinare su un’intera città e lo hanno dotato della compagnia di bambina e di una cane, la Jeanneke Pis e il Zinneke Pis. Ogni qual volta si regala un nuovo vestito al Manneken Pis, il che avviene solitamente in occasioni speciali, una fanafara musicale accompagna la donazione e la successiva vestizione. E il povero Manneken Pis è stato vestito da giocatore del Barcellona, in uniforme da scout, con il costume del Rotary Club di Bruxelles, in abiti regali e nobiliari, e nei tanti costumi pensati per lui dall’Ordine degli Amici di Manneken Pis che devono essere un gruppo di goliardi belgi perchè hanno abbigliato il loro simbolo cittadino persino da Dracula e da dragone cinese. E pensare che il poveraccio, secondo alcuni simbolo della gagliardia belga secondo altri dello spirito di liberà di questo popolo, vorrebbe semplicemente continuare a fare in pace i propri bisogni!