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Billund: il regno dei mattoncini colorati Lego
mercoledì, novembre 16th, 2011
Billund in Danmarca è la meta giusta se avete dei bambini o se siete rimasti un po’ bambini. A Billund, infatti, è nato il papà dei mattoncini ad incastro Lego: Ole Kirk Christiansen. E dal 1968 il parco divertimenti Legoland aspetta i suoi entusiasti visitatori, e vi assicuro che non c’è bisogno di essere al disotto del metro di altezza per apprezzarlo. Se poi siete stati fortunati e avete trovato una camera nell’Hotel Legoland oppure nel più economico ostello Legoland Village, avrete la sorpresa di trovarvi i mattoncini anche nel letto!
E ai mattoncini colorati è davvero legata la fortuna di Billund: tant’è vero che la prima pista di atterraggio cittadina fu inaugurata proprio dalla Lego per poter rendere più agevole l’esportazione dei loro giocattoli in giro per il mondo. Insomma, Christiansen e figli devono davvero aver preso alla lettera il significato del loro marchio Lego: dal danese gioca (leg) bene (godt)!
E visitando Billund non puoi non appassionarti alla storia di questo piccolo, povero falegname a cui, per sbarcare il lunario, venne l’idea di lanciarsi nella realizzazione di giocattoli di legno.
Anche perché ovunque ci si gira non si fanno che scorgere mattoncini colorati immersi in distese di candida neve. In realtà l’idea dei mattoncini venne a Christiansen grazie ad un altro grande inventore, che, come tutti i personaggi geniali, è rimasto un po’ dietro le quinte: si tratta dello psicologo infantile inglese Hilary Fisher Page. Così poco conosciuto che finisci quasi per scambiarlo per una donna. La storia di Hilary, detto a scanso forse di equivoci Harry, è bella e disperata. Da bambino Harry ricevette un importante dono dal padre: ben due tonnellate di legno di scarto di una segheria! Quando si dice un genitore che tenta di assecondare la passione di un figlio: Harry, infatti, fin da piccolo amava costruire da sé i propri giocattoli. Così una volta adulto cominciò ad andare ogni mercoledì pomeriggio in una scuola materna per osservare i bambini giocare e per giocare con loro. E fu proprio Harry ad inventare il primo mattoncino che poi il falegname di Billund trasformò nelle fondamenta, è proprio il caso di dirlo, della sua fortuna.
Il mattoncino di Harry era cubico e con i tondini per l’incastro più piatti, il merito di Ole Kirk Christiansen e del figlio fu proprio quello di apportare una serie di piccole modifiche. Purtroppo Harry, dopo alterne vicende, non riuscì a reggere la pressione lavorativa e si suicidò nel 1957, senza riuscire neanche a vedere l’immensa fortuna costruita dalla Lego e favorita dall’introduzione della plastica nell’industria dei giochi per l’infanzia. E forse fu meglio così, perché i due Christiansen dopo una serie di sfortunati incidenti, ben due incendi, cominciarono a vendere bene il loro mattoncino sin dal 1949. Ma fu soprattutto l’importante innovazione del 1958 il cosiddetto “stud and tube”, vale a dire il mattoncino con i tubi nella parte cava interna, a dare l’avvio alla loro fortuna.
Passeggiando tra le strade di Billund ci si imbatte proprio nella Lego Idea House che ti racconta tutte le varie fasi di sviluppo di questo semplicissimo giocattolo. E sembra strano appassionarsi alle alterne vicende di un’azienda, ma la Lego fa quest’effetto: forse per l’idea che un giocattolo, oramai industriale, possa basarsi comunque sull’idea che sia la tua fantasia a comandare il gioco.
E poi a Billund hai sempre di più la sensazione che il Nord Europa sia davvero il paradiso delle donne se persino le linee Lego dedicate esclusivamente a noi ragazze venivano chiamate Paradisia (1990) e Belville (1994). Per non parlare della grande rivoluzione dei personaggi con le faccette gialle e gli occhi, il naso e la bocca sorridente stampati in nero. E dell’invasione dei pirati che portò quelle bocche a diventare un ghigno dopo dieci anni di sorrisi plastici, che chissà quanti chirurghi devono aver ispirato! E voi non ci crederete, ma nel mondo Lego di Billund ancora si discute, dal lontano 1996, se sia stato giusto o meno cancellare il naso nero stampato in favore di quel bottoncino di plastica gialla della linea Time Cruisers!
Insomma, se volete tornare bambini non vi resta che fare una capatina in quel di Billund, e finirete per desiderare i Lego persino nel piatto!