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Dolci provenzali: gli unici capaci di far sorridere persino una regina
lunedì, gennaio 2nd, 2012
I dolci provenzali non sono molto opulenti, sono piuttosto dei dolci di piccola pasticceria, sobri ma gustosi. Sarà forse per la loro origine un po’ religiosa e un po’ regale, come nel caso dei calissons di Aix en Provence. Si racconta, infatti, che questi dolci provenzali, molto simili ai nostri ricciarelli, furono creati appositamente per far sorridere una regina. Pare che la regina in questione, Jeanne de Laval, sposa di secondo letto del re René stentasse a sorridere forse perché il consorte era solo 24 anni più vecchio di lei, o forse perché non ebbero mai figli, anche se, a onor del vero, si racconta fossero una coppia molto felice! Il cuoco reale Titsé, siamo nel 1454, inventò o semplicemente riprodusse queste piccole losanghe di mandorle e frutta candida allo scopo di strappare un sorriso alla regina che, dopo averle assaggiate, finalmente mostrò i propri denti alla corte. Nel fatidico momento in cui la regina sorrise, un cortigiano commentando la straordinarietà dell’evento disse: Ce sont des câlins, (sono teneri) da cui il nome calissons. Ma purtroppo l’etimologia della parola calissons smentisce la romantica storia. I calissons devono il loro nome alla parola calice, di cui sarebbero il diminutivo. Il termine calisson designava per estensione linguistica anche il momento della comunione e di conseguenza le ostie. E dato che questi dolcetti ricoperti di glassa bianca assomigliano ad un’ostia, ecco scoperta l’origine del termine callison. Possiamo così dimenticarci il sorriso della nostra regina che, forse, tanto indimenticabile non doveva essere!
Oltre ai calisson, molti altri dolci provenzali hanno un’origine religiosa, come le famose navette di Marsiglia. Se vi trovate in città, non potete fare a meno di assaggiare questi dolci provenzali nell’unico forno che ne custodisce gelosamente la ricetta originale dal 1781, e che si trova proprio vicino all’Abbazia di Saint Victor. Fu, infatti, il proprietario del forno, Jean Claude Imbert, a dare la forma di barchette a questi biscotti che sono tipici del giorno della Candelora. Il 12 febbraio il vescovo di Marsiglia ne benedice la prima infornata, e poi si comprano in sacchettini da dodici, uno per ogni mese dell’anno. Secondo alcuni l’origine di questi dolci provenzali è da ricercarsi nella comparsa della statua della madonna protettrice dei marinari dalle acque dal Lacydon. Secondo altri, invece, l’ispirazione marinara di questi biscotti fu causata dalla barca che condusse a Marsigilia le Tre Marie. Non si sa esattamente quale sia la leggenda a cui prestar maggiore fede, fatto sta che si tratta sempre e comunque di biscotti di santi e di marinai. Nonostante la segretezza della ricetta, le navette che in fondo con la loro forma allungata assomigliano anche ai ceri della candelora, si possono rifare tranquillamente in casa, scegliendo ovviamente quelle classiche al profumo fiori d’arancia.
Dolci provenzali: ingredienti navette
500 g di farina
250 g di zucchero
75 g di burro
4 uova
50 ml di essenza di fiori d’arancia
50 ml di acqua
5 mil di latte
un pizzico di sale
Dolci provenzali: preparazione navette
Mescolate la farina, lo zucchero e il sale. Formate una fontana e mettete al centro le uova, il burro ammorbidito con una forchetta e l’essenza ai fiori d’arancia. Impastate e lasciate riposare in un luogo fresco per circa un ora. Dividete la pasta a tocchetti di circa 50 grammi ciascuno e lavorateli fino a ottenere una forma allungata che va incisa al centro con un coltello in modo da ottenere un taglio per il senso della lunghezza. Durante la cottura l’incisione tende a aprirsi per formare il fondo della barca. Disponete i biscotti su una teglia da forno imburrata e lasciate riposare per circa due ore. Trascorse le due ore, spennellateli con l’uovo e infornateli a 180 gradi fino a quando non acquistano un leggero colore dorato. Ora potete gustare questi tipici dolci provenzali al sapore di mare e di religione!