Archive for gennaio 16th, 2012
Cucina Belga: l’istituzione della patatina fritta e rifritta
lunedì, gennaio 16th, 2012
Uno dei piatti per eccellenza della cucina belga sono le patatine fritte, o meglio le patatine fritte e rifritte, vale a dire fritte due volte. Sarà forse per distinguersi dai cugini francesi, che sono gli indiscussi ideatori della french fry. A questo punto ci si chiede, ma come mai uno dei piatti principali della cucina belga è stato creato da qualche altra parte? Come se la pasta nata nell’italico stivale fosse diventata il piatto nazionale della Germania. Secondo gli esperti di cucina belga a portare la mitica patatina fritta in Belgio furono i tanti rifugiati politici francesi che, a metà Ottocento, scelsero di stabilirsi a Bruxelles e dintorni. Si racconta addirittura che furono i figli di Hugo a insegnare al ristoratore dell’albergo dove alloggiava il famoso papà come friggere le patate. E il ristoratore divenne così bravo che un altro famoso francese, Baudelaire, si leccava le dita con le sue patatine fritte. Perché, con orrore di qualche elegantone dell’epoca, il Baudelaire le mangiava rigorosamente con le mani! E per le strade di Bruxelles la tradizione di usare le mani a mo’ di forchetta è rimasta immutata nel tempo, e queste regine della cucina belga te le servono in un cartoccio, calde, croccanti e con una abbondantissima pennellata di maionese. Ora, la storia delle patatine fritte non è così semplice. Non tutti, infatti, ne riconoscono l’origine francese, attribuendo alla Francia esclusivamente la commercializzazione. Secondo alcuni la patatina fritta è belga e nacque dalle parti di Namur nel 1680, quando, a causa di una forte gelata, fu impossibile procurarsi del cibo con la consueta pesca nel fiume. Così i poveri belgi cominciarono a tagliare le patate a forma di pesce, facendole poi friggere in padella. Ora gli esperti della cucina belga non ce ne vogliano, ma le patate a forma di pesce non sembrano molto realistiche! In realtà c’è un’altra argomentazione contraria ai natali francesi, e questa volta è linguistica. Le patatine fritte si diffusero in America a seguito di una massiccia immigrazione di irlandesi, notoriamente grandi mangiatori di patate, e vennero denominate french fry per via della forma a cerino ottenuta con un taglio detto frenching. Dunque, la denominazione french fry, che è da sempre uno degli elementi a favore dell’origine francese, non sottintenderebbe alcuna connessione anagrafica con la terra dei Galli. Insomma al di là della disputa tra cucina belga e cucina francese, possiamo affermare con assoluta certezza che l’innovazione della doppia frittura sia sì belga al cento per cento, ma anche tranquillamente riproducibile nelle nostre italiche cucine!
Cucina belga: patatine con doppia frittura
Per ottenere le vere patatine rifritte non bisogna lavare le patate appena sbucciate, ma pulirle con uno straccio. Dopodiché si tagliano a bastoncino stando attenti a non superare gli 8 millimetri di spessore. L’olio perfetto è quello di arachidi da scaldare un po’ prima della frittura. Bisognerebbe portare l’olio alla temperatura di 160° per la prima frittura e a 140° per la seconda.
Cucina belga: preparazione delle patatine
Cuocete le patatine per 10/12 minuti, poi lasciatele raffreddare su uno strato di carta assorbente. Filtrate l’olio e riportatelo a bollore. Rituffatevi le patatine e cuocete per un paio di minuti fino a quando non acquistano un aspetto dotato. Fatele sgocciolare per bene, salatale e gustatele con un generosa pioggia di maionese.
Sembrerebbe che si tratti di un piatto di poco conto, e che in fondo la cucina belga si faccia un vanto di semplici patatine fritte e rifritte. Qualcuno, però, prendeva così sul serio le patate da minacciare addirittura cruente amputazioni di orecchie per tutti quei contadini che si rifiutavano di coltivarle. E non parliamo di un comune mortale, ma addirittura del re di Prussia Federico II che la pensava così ancor prima di conoscere questa squisitezza rifritta della cucina belga!